Non volevo di certo scivere un racconto sulla magnifica giornata che io e Sofia abbiamo trascorso il giorno di ferragosto. Io e lei, perchè il papà aveva lavorato la notte e recuperava le energie in vista della notte di lavoro successiva. A chi vuoi che possa interessare quello che fanno mamma e figlia di quasi 2 anni a Cagliari nel quartire di castello in una calda e soleggiata giornata di metà agosto? A nessuno ovviamente.
Ma io ve la voglio raccontare perchè quella che doveva essere una giornata di puro relax e divertimento alla scoperta dei parchi cittadini e del quartiere di Castello si è trasformata in una giornata degna di una competizione sportiva ad ostacoli con l’ascella pezzata, la fronte grondante e Sofia che non smetteva di esclamare wowwwwwwww. In ogni caso il primo premio l’ho vinto io, almeno quello della miglior cazzona del ferragosto 2017 🙂
Ma partiamo dal principio. Come vi dicevo io quest’anno ero libera dal lavoro e papà no, così ho pensato di organizzare una giornata alla scoperta della città. Io, Sofia e il passeggino. Mi sono detta che non avrei potuto scegliere giornata migliore per immergermi nel cuore di Cagliari, nel quartiere di Castello e nelle sue viuzze affascinanti. Tanto a ferragosto chi vuoi che ci sia in circolazione. Ero solo incerta sull’utilizzo del passeggino, pensavo di prendere lo zaino trekking ma poi mi son detta “Silvia non sei sulle Dolomiti eh, anche se è tutto in salita”. Quindi vai per il passeggino.
Il programma prevvedeva una prima tappa al parco di Terramaini, corse sfrenate sul prato e giochi sullo scivolo e sull’altalena con pausa merenda di metà mattina per poi dirigerci verso il quartiere di Castello con una visita ai Giardini Pubblici e un pranzetto mamma e figlia in un localino a cui siamo tanto affezioanti. Niente è andato come doveva andare, ovviamente.

Il parco di Terramaini.
Alle 8:30 io e Sofia eravamo già fuori casa, mancavano poco meno di 10 minuti alle 9 e ci stavamo gustando il fresco del parco e sopratutto il silenzio. Ovviamente ho lasciato il passeggino in macchina perchè “cosa mi porto dietro quel fardello che tanto poi corre da un a parte all’altra” Invece dopo aver attraversato tutto il parco miss Sofia ha pensato che era stufa di camminare, non che avesse camminato tanto visto che faceva più tragitto sulle mie spalle che non con i suoi piedini.
Ore 10 ci dirigiamo verso l’auto e prendiamo il passeggino. Quasi non finivo di aprirlo che già era salita su, bella sistemata, gambe all’aria che canticchiava “nella vecchia fattoria”. Abbiamo fatto un giretto, io sudata come non mai, mi sono adagiata su una panchina con lei che mi guardava come a dire “bella mettiti in marcia che voglio godermi i papagalli e i piccioni”. Tempo mezz’ora ed eravamo in direzione del centro città.
Arrivati nei pressi di Viale Regina Elena noto qualcosa di strano, nemmeno l’ombra di un parcheggio e qualcosa inizia a non quadrare. Nel mio immaginario la zona doveva essere il mio punto di partenza con una prima sosta ai giardini pubblici e questo inconveniente mi turba non poco. Decido di attraversare la porta della Torre di San Pancrazio per entrare nel vivo del quartiere di castello e signori e signori…… il mondo intero si palesa davanti ai miei occhi.
Proseguo verso il viale Buoncammino, senza ovviamente trovare parcheggio, ma al decimo tentativo trovo un parcheggio di fronte ai Giardini Pubblici. Sofia nel frattempo si era addormentata e al suo risveglio si dimostra alquanto irritata. Vai di sceneggiata, di urla disumane, irrigidimenti e calci pur di non salire sul passeggino. Dopo vari tentativi e l’intervento dei servizi sociali riesco a caricarla sul suo mezzo, crema solare spalmata, capellino strategico e via verso la torre di San Pancrazio. Il nostro tour per il quartiere di Castello può iniziare.
Il quartiere di Castello, voi lo conoscete? Conoscete Piazza Indipendenza, il suo lastricato di sampietrini appuntiti come la punta di una lancia? E le viuzze di Castello? Io si, ma senza il passeggino.
Superata la porta di San Pancrazio svoltiamo a sinistra ed entriamo ufficialmente dentro il quartire di Castello. Ad occoglierici i nostri sampietrini e 235566 di turisti, 1234 guide turistiche con i cartelli identificativi, una diligenza da infiniti posti a sedere e i cavalli da tiro di razza Belga. Io stavo per soccombere, Sofia si è cimentata in un doppio “wowwwwwwwwww”.
Siamo rimaste in questa posizione per secondi che mi sono sembrati ore perchè il passeggino si è bello che incastrato in mezzo ai sampietrini. Solo l’intervento di un turista ci ha consentito di spostarci di mezzo metro. Uscire da quella piazza è stato un delirio, qualcuno mi ha anche domandato da dove venissi forse pensando che una persona del posto non potesse essere consì cazzona…. e invece.
Una volta superato l’ostacolo intrapendo una quasi rilassante discesa verso P.zza Palazzo con una breve sosta per qualche scatto panoramico sulla città. Nel mio immaginario c’era una visita alla Cattedralle e qualche minuto di raccoglimento. Come arrivo invece mi ritrovo davanti un formicaio, indescrivibile. Le scale della Cattedrale invisibili, ma tanto io ero con il passeggino e dove pensavo di andare? Certo avrei potuto chiedere l’aiuto di qualcuno ma quella ressa mi stava scatendando un istinto di fuga in tempo zero.
Proseguiamo la nostra discesa verso il Bastione di Saint Remy con diversi cambi di direzione per evitare le 123456 di scale presenti e quando ci riusciamo non possiamo comunque godere del panorama sia perchè in parte l’accesso è chiuso e sia perchè una delle poche vie che lo consentono indovinate cosa sia? Una scala, minuscola, ripida e carica di esseri umani.
Proseguiamo verso via Spano e invece di svoltare verso Via Mazzini decido di proseguire lungo la via, una discesa ripidissima che culmina con??? Delle scale, troppe, ripide e anguste. Non mi resta da fare altro che ritornare sui miei passi per ridiscendere lungo la via Manno e giungere finalmente nella Piazza Yenne. Sempre con Sofia, il mio amato passeggino, a mezzogiorno con 40 gradi all’ombra.
Nel frattempo scopro che il localino dove avevo intenzione di mangiare qualcosa con Sofia era chiuso, ormai sono le 12:30 e miss inizia a dare segni di squilibrio da fame. La piazza è colma di gente e disperata entro nel market che si affaccia sulla piazza. Per mia fortuna trovo delle focacce fresche e genuine, dei panini assortiti e tutto ciò che mi occorre per il pranzo di Sofia, frutta compresa. La mia pausa a refrigerarmi in mezzo ai banchi frigo è terminata, Sofia sgranocchia la sua focaccia tra un “wowwwww” e un “Iaiaohhhhhh” e io prendo coraggio per intraprendere la via del ritorno. Tutto in salita.
Nel frattempo però il quartiere di Castello si è magicamente svuotato e anche se il sole è a picco e il caldo insopportabile tutto diventa magico e leggero. Risaliamo la via Manno per poi svoltare nella Via Mazzini, attraversiamo Porta dei Due Leoni e ci immergiamo nella silenzionsa via Univerità. Alla fine della via ci attende la maestosità della Torre dell’Elefante e il fresco che la attraversa, sostiamo insieme a un gruppetto di turisti silenziosi e proseguiamo la nostra risalita lungo la via per poi intraprende il percorso della via Stretta, un incanto per gli occhi e per la mente. Ci fermiamo per qualche minuto, io per scattare qualche foto e godermi il silenzio, Sofia per rovinare qualcuna delle piante che caratterizzano queata via. Quindi se avete trovato un pò di casino, la colpa è la sua.

Ancora qualche centinaio di metri e percorrendo via Lamarmora ci ritroviamo nella “meravigliosa” piazza Indipendenza, attraversiamo la Porta di San Pancrazio e ci dirigiamo verso i Giardini Pubblici.
Troviamo riparo sotto uno dei suoi imponenti Ficus, tiro fuori dal bagagliaio del passeggino la busta refriggerata dove avevo riposto il cibo e sedute sul prato ci diamo alla pazza gioia. Mangiamo e beviamo acqua come se intorno non esistesse altro, Sofia fa 2 cambi d’abito nel giro di 30 minuti io nemmeno uno ma sono lurida come non mai. Ultimo sfizio il gelato, un croccante all’amarena che mi ha riportato indietro di 30 anni quando andavo a comprarlo dalla signora Letizia in piazza Marconi a Santadi. Mi scende anche una lacrimuccia, per i bei tempi e perchè di anni ora ne ho 41.
Ore 15 si rientra. Sofia si addormenta in auto dopo 2 minuti, io guido rilassata nella strada deserta che ci conduce a casa. Tempo 15 minuti e sto parcheggiando, salgo le scale carica come un mulo, sudata e maleodorante. Sofia si sveglia, una doccia veloce per entrambe e ci buttiamo a letto. Felici, io con le gambe gonfie come due zampogne prendo subito sonno. Sogno, strano non mi succede nel pisolino pomeridiano. Sogno lo zaino trekking.
Potrebbero anche interessarti questi racconti:
L’Orto Botanico di Cagliari a misura di bambino.
Cagliari: L’Orto dei Cappuccini.
mi hai fatto morire dal ridere!!!! peccato l’immane fatica, perchè i posti, dalle foto che hai messo, son veramente magnifici!
Una follia 😂
Ma poi nessuno mi aveva avvisato del caldo torrido.