Non credo serva altro per farmi capire che certi scatti – quelli che mi vengono dal cuore – siano frutto di sensazioni immediate piuttosto che di gesti programmati. In questa ricetta c’è esattamente questo. Una riflessione fatta mentre pensavo che anche un piatto povero com un ragù di lenticchie potesse avere una storia da raccontare. Non il ragù in se, che ho preparato con astuzia per unire proteine e carboidrati in un piatto solo. Ma bensì tutto ciò che stavo utilizzando per realizzare gli scatti.
Ho smesso di pianificare ricette da quando Sofia ha iniziato a camminare e ad interagire con tutto ciò che faccio. Quindi al 100% ogni ricetta che preparo è esattamente frutto di quello che decido di portare in tavola in quel preciso momento. Allora può capitare che Sofia sia distratta da altro, che non pensi a me minimamente. In quel momento sento quella vocina che mi sussurra “certo che però potresti azzardare qualche scatto”.
I Props
Gli oggetti di scena, quelli che si utilizzano per realizzare tutto il set fotografico che fa da contorno alla ricetta. Ecco io all’inizio della mia “carriera” da aspirante food blogger andavo in giro per mercatini a cercare tutto ciò che poteva essermi utile. In realtà il più delle volte tornavo a casa a mani vuote perché mi sembrava che niente potesse fare al caso mio. E se mai ho acquistato qualcosa è possibile che molti di questi props giacciano nel mio armadietto delle meraviglie. Mai utilizzati.
In realtà mi sono resa conto che non amavo circondarmi di troppe cose e soprattutto che i set troppo carichi di oggetti mi davano un certo disturbo visivo. Lo facevo più per imitazione che per sensazione. Io adoro osservare scatti di questo genere ma non amo realizzarli. L’unica mania che ho scoperto di avere è quella per i piatti e le pezze di ogni sorta – ne ho acquistate su Etsy di meravigliose. Ma non è tutto. Ho capito che dentro le mura della mia casa erano presenti già tanti props meravigliosi e da molto tempo prima che decidessi di aprire il blog. E questo è un consiglio che do a tutte. Prima di spendere cifre esorbitanti per accaparrarvi oggetti che ritenete indispensabili guardatevi intorno. Ne scoprirete davvero delle belle.
Il piatto arriva direttamente da Londra. L’ho acquistato a Gennaio in una bancarella deliziosa dell’ Old Spitalfield Market. Questo mercato vanta un’età di tutto rispetto, è stato fondato nel 1700. Uno dei mercati storici di Londra. E’ bellissimo e il giovedì, giorno in cui siamo andati noi, si tiene un mercato vintage e di antiquariato meraviglioso. Insieme ad alcuni piatti ho anche acquistato una vecchia macchina fotografica Kodak e delle lettere di fine 1800.
Il cesto invece ben presto verrà custodito in una nicchia, vista la sua età. Ha circa 100 anni ed è stato realizzato secondo l’arte della cestinerai sarda. Intorno ha della stoffa, che cerco di sfiorare appena, e veniva utilizzato per mettere ad essiccare la pasta fatta in casa. Ad esempio is Malloreddusu, i tipici gnocchetti sardi. Io ricordo che da bambina mi soffermavamo sempre ad osservare gli anziani che realizzavano queste ceste, alcune enormi allo scopo di poter contenere le pagnotte di civraxiu, il pane di grano tipico sardo.
La pezza di lino invece è lo scampolo acquistato in un negozio di stoffe e da cui ho realizzato un runner, dipinto a mano, che poi ho regalato. La forchetta, è semplicemente Ikea.
Come è nato lo scatto
Nel momento in cui ho realizzato che Sofia mi permetteva di dedicarmi a realizzare qualche scatto mi sono fermata un attimo e o pensato. Alle lenticchie, un legume povero che in passato veniva chiamato la “carne dei poveri”. A cosa potevo utilizzare per rendere i miei scatti rappresentativi di un tempo che fu. Ho iniziato aggiungendo un pezzo alla volta fino a che ciò che desideravo si è concretizzato.
La parte più bella di tutto questo sapete qual’è? Poter mangiare questo piatto di spaghetti con ragù di lenticchie direttamente da questo piatto. Immaginando che in passato qualcuno facesse altrettanto, non con gli spaghetti ma con una porzione di “carne dei poveri”
Lo adoro e lo utilizzo anche per preparare le lasagne. La sua realizzazione ha uno scopo ben preciso. Far mangiare i legumi a Sofia, che chissà perchè se sono sotto forma di pasta al sugo diventano magici. E preparare 2 piatti in 1 quando ho poco tempo e poca voglia di mettermi ai fornelli. Vi lascio la ricetta e come sempre aspetto di sapere cosa ne pensate.
RAGU’ DI LENTICCHIE
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COSA CI OCCORRE PE RUNA RICETTA COMPLETA
- 250 g di lenticchie piccole
- 700 g di passata di pomodoro
- 300 ml di brodo vegetale
- 1 carota
- 1 gambo di sedano
- 1 cipolla
- 1 rametto di timo
- 1 rametto di maggiorana
- 2 foglie di salvia
- Olio extravergine di oliva
- sale
PROCEDIMENTO
- Per preparare il ragù di lenticchie iniziate versando in una casseruola 4 cucchiai di olio extravergine di oliva. Aggiungete la carota, la cipolla e il gambo di sedano trittati. Lasciate soffriggere per qualche minuto. Aggiungete la passata di pomodoro e lasciate cuocere con coperchio per 10 minuti.
- Aggiungete le lenticchie, che avrete precedentemente sciacquato sotto l’acqua. Mescolate bene e infine aggiuntete le erbe aromatiche. Versate metà del brodo, regolate di sale e lasciate cuocere per 30/40 minuti faccendo attenzione affinchè il sugo non si asciughi troppi. Nell’eventualità che accada utilizzate il brodo rimanente.
Utilizzate il ragù di lenticchie come semplice condimento per la pasta o per preparare delle lasagne alternative.
Ti lascio qui la ricetta.